“L’anno di 1171 Luccha prese Ghivizzano e arse Chalavorno del mese di gennaio“. Questa la prima notizia del paese, che il cronachista Giovanni Seracambi riferisce quando descrive la penetrazione lucchese in Val di Serchio. Il castello e la borgata di Calavorno, costruiti quasi a picco sul Serchio sotto la strada di Vitiana, preesistevano a quella data con la chiesa di san Nicola. La loro importanza era accresciuta dalla presenza sul fondovalle di un ponte che aveva, lungo la sinistra del fiume, un ospedale per viandanti intitolato a San Leonardo. Detto ospedale rimarrà nel luogo d’origine fino al 1564, quando ne venne costruito uno più grande, oltre la Dezza, in territorio di Ghivizzano. Il ponte invece ebbe nel 1376 una prima ricostruzione finanziata dalle comunità di Coreglia, Ghivizzano, Tereglio, Vitiana, Lucignana, Gioviano, Terzone e dal Consiglio Generale della Repubblica di Lucca. Subì poi rafforzamenti e modifiche negli anni 1557, 1657, 1690 e 1733. A due arcate, una grandissima, l’altra minore, fu soggetto a radicali modifiche poco prima dell’ultima guerra. Fatto saltare dalle truppe tedesche in ritirata e sostituito da un ponte militare in ferro da quelle americane, ebbe la sua ennesima ricostruzione non più nel solito luogo, ma a poche decine di metri di distanza, verso la chiesa. DenominatoCapanne di Vitiana fino ai primi del secolo, Calavorno riprese l’antico nome quando la via provinciale e la stazione ferroviaria trasformarono i casolari cresciuti intorno al ponticello della Surricchiana in un centro di comunicazioni di vivace impegno commerciale.